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"Volti sfocati nell'offesa dell'ottica o della vista. Corpi feriti dal putridume. Guardandole lascio che volti o corpi dalle mani offese mi porgano una malinconia dolce. Guardando bene vedo ammiccare in loro un senso. Un monito profondo. Senza pensieri parole, opere e omissioni. Ancora oltre vince la poesia delle immagini o delle parole. Oltre le cose. Oltre il significato. Sedotti dal lontano che è assente e presente insieme come la verità dentro l'ossimoro. In fondo ciò che attrae e seduce davvero l'artista è l'assente, quando un soffio di vento carezza il fiore della sua ispirazione. Perciò chi ama i fiori deve carezzarli, anche se hanno le spine, perché l'arte è anche dolorosa. Perciò chi ama i fiori deve amarli anche nella dissoluzione." (Paolo Nardon)