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"In queste opere Aron Demetz segue le isobare del computer scoprendo una figura aliena, glaciale, emerge un'immagine altra che abbandona il rude e primitivo taglio del legno per svelare un fitto tratteggio dell'intera superficie. Sulla scultura si dispone il disegno, alle spigolosità dell'impianto volumetrico, alla fisicità plastica si affianca la carezza di un segno nitido, continuo, sinuoso; la pelle dell'opera è avvolta da una coltre di linee che inseguono il profilo di un'asperità, di un avvallamento, disegnando così una sorprendente mappatura astratta della figura. Un clima progettuale, asettico, meccanico che si deposita sul corpo della figura incidendo profondamente nel suo racconto, guidando la sua recitazione, presentando nuove categorie interpretative che, di fatto, impongono all'immagine una nuova umiltà e un sospettoso silenzio. È proprio in questa ambigua dissolvenza, in questa inquietante sospensione di tempo e di racconto, in questo respiro trattenuto che s'insinuano allucinate presenze". Tratto dal testo di Danilo Eccher. Volume realizzato in occasione della mostra "Aron Demetz" (30 Aprile - 31 Maggio 2011) alla Galleria Goethe Galerie, Bolzano.