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Questo libro ricostruisce, grazie al contributo di vari studiosi, la dimensione culturale e umana di Filippo Salviati, reso immortale dal "Dialogo sopra i due massimi sistemi" di Galilei, evidenziandone la determinante presenza di nuovo intellettuale, quella del filosofo libero non asservito ai dogmi dell'auctoritas, per essere solo oggetto della filosofia la natura e la costituzione dell'universo e, conseguentemente, suo necessario statuto la libertà di indagine. Egli intuì la forza della ricerca galileiana e del progetto linceo, ne fu acuto e audace sostenitore, condividendone l'avventura filosofica e scientifica nei primi anni fiorentini, dopo il ritorno dello scienziato da Padova, che affiancò non solo quale protettore e ospite, ma soprattutto quale punto di riferimento e verifica nel dibattito pubblico delle nuove scoperte. Avvertì e appoggiò anche la lungimiranza culturale dell'Accademia della Crusca nella grande impresa del "Vocabolario". La sua partenza improvvisa per un viaggio da cui non farà ritorno apre inquietanti orizzonti, e fondate ipotesi, sui nemici dei filosofi liberi.