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Tra Otto e Novecento, le battagliere riviste magistrali lanciano la loro quotidiana campagna di denuncia dei mali del sistema scolastico italiano, e coniano un'espressione paradigmatica per indicare la scuola rurale destinata ai giovani contadini: "La Cenerentola dell'istruzione". Come la protagonista della fiaba è nota per la sua remissività, per la sua mitezza ed è costretta a una vita modesta, così la scuola per i contadini langue tra enormi difficoltà nelle campagne e nelle zone di collina e di montagna della penisola e il suo modesto operato non attira l'attenzione del dibattito pubblico nazionale, né quella degli esperti di pedagogia. E sebbene le scuole rurali rappresentino, in molte comunità e centri abitati, l'unico luogo di cultura e di formazione, è pur vero che la qualità dell'insegnamento impartito sia di bassissimo livello, magari capace di dare una risposta, ancorché modesta, all'analfabetismo e alla necessità di integrare le masse contadine nella vita dello Stato, ma di certo inadatto a favorire la crescita morale, civile e intellettuale dei contadini.