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La questione del rapporto uno-molti e il dualismo tra l'elemento democratico della sovranità popolare e quello costituzionale della rappresentanza sembrano attraversare l'intera riflessione sartriana. Segnatamente le pagine della "Critique de la raison dialectique", dove le istituzioni palesano il conflitto, senza sintesi possibile, tra individuale e comune impedendo di poter compiutamente pensare l'architettura della Repubblica. L'esaltazione della fase incandescente del tumulto e delle capacità di décollement del soggetto dalle paludi della serialità porta con sé una costante svalutazione della staticità della rappresentanza e di ogni altra forma di ipostatizzazione della soggettività. Al centro delle preoccupazioni di Sartre è dunque il tema della libertà, intesa più come necessità ontologica che come idea regolatrice ed è questa a dare origine alla sua ipotesi di una democrazia in perenne tumulto.