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«Difficile non rimanere affascinati di fronte a un suo quadro, praticamente impossibile non sognare e lasciarsi cullare da quelle immagini, facendosi trasportare all'interno di un mondo da sogno, degno di una dimensione a noi ancora del tutto sconosciuta. In un vecchio articolo pubblicato sulla rivista "Arte in", il giornalista Luciano Caprile lo definì "Il pittore che sussurrava ai cavalli": niente di più vero, considerato l'amore che Giovan Francesco Gonzaga nutriva per i suoi fedeli amici destrieri, ma forse anche un po' troppo riduttivo. Gonzaga era molto di più: oltre che un testimone dei nostri tempi e un vero e proprio cronista delle speranze e illusioni della seconda metà del ventesimo secolo, può essere senza dubbio ricordato come un trait d'union tra il sogno e la realtà. Quel sogno che il suo amico Giorgio De Chirico ben descriveva nei suoi celebri quadri. Un sogno, però, che va ben al di là delle tradizionali visioni realizzate durante la fase Rem del nostro sonno, ma che comprendono invece tutte quelle realtà oniriche più recondite custodite nel nostro ego più interiore. Nei suoi quadri si ritrova tutto ciò che di più magico e misterioso la nostra mente è in grado di produrre, come i sogni di quando eravamo bambini, quelli in cui draghi, maghi e creature fiabesche popolavano mondi che furono e che non furono, o che la storia e la leggenda, quella epica e gloriosa di grandi condottieri e invincibili cavalieri, ha saputo regalarci nel corso dei millenni. Nelle sue tele riescono infatti a prendere forma tutte quelle magiche atmosfere e quei paesaggi incantati che Omero ha narrato nelle sue opere "magne" Iliade e Odissea e che Chrétien De Troyes ha rielaborato con sapienza e cura certosina nei suoi romanzi dedicati al Santo Graal. Rapportato ai nostri giorni e alla letteratura contemporanea, forse potremmo dire che nelle sue tele si possono ritrovare nello stesso tempo sia le magiche atmosfere descritte da Tolkien, sia il fascino esotico delle avventure di Emilio Salgari e Jules Verne. Ma non solo. L'arte di Gonzaga è anche di più: nelle atmosfere, nelle sfumature di colore e nelle ambientazioni racchiuse nelle sue opere, è possibile scorgere quel qualcosa in più che solo un vero sognatore è in grado di visualizzare e rivivere in prima persona: dall'enigmatico futuro narrato nei libri di Isaac Asimov fino al romantico passaggio al di là dello specchio che Alice avrebbe compiuto più e più volte secondo il genio letterario di Lewis Carroll.» (Roberto Bonin)