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Elettra Ben Imba è una donna di scultorea bellezza, tutti gli uomini la desiderano. Certo scoprirla lì, distesa su un letto, brutalmente seviziata e uccisa, è uno shock. Se poi il letto è quello del magistrato Andrea Sebastiani, lo shock raddoppia. Come mai quel cadavere è lì, proprio in casa sua? Chi ha voluto quel compromettente ritrovamento? Solo il capitano dei Carabinieri Gherardo Petrone, amico fraterno di Sebastiani, può capirci qualcosa. Ci sono alcune certezze. La prima: Sebastiani è oggetto di ricatto da parte di Domenico Caporri, un capoclan che sta scontando, per colpa del solerte inquirente, una lunga pena in un carcere di massima sicurezza. La seconda: il malavitoso da dietro le sbarre manovra e dispone, mentre il braccio destro Rayco Orapeza obbedisce ed esegue. È spietato e letale Rayco, come il cobra Naja haje inciso sulla sua pelle, il cui morso uccide in due minuti. La guerra che Petrone si trova a combattere vede schierati la giustizia contro il crimine e la chiamata è per gli uomini più fidati: dall'inossidabile brigadiere Denisi, al vicebrigadiere Pierotti, dal segugio per eccellenza, il maresciallo Farcoremi, allo stravagante appuntato Dambrosio, fino a vecchie conoscenze del Mossad, amici tavernieri e giornalisti. La macchinazione ai danni di Sebastiani dev'essere smontata, a ogni costo e subito. In una persistente anomalia investigativa, di uomini e di metodi, l'indagine vacilla ma poi avanza inesorabile sul filo della legalità perché stavolta il gioco è a chi vive e chi muore.