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Cubi, piramidi, cilindri... Le strutture plastiche e dorate di Meggiato sono il risultato di una profonda ricerca interiore e stilistica. L'artista rifiuta con garbo e intransigenza il bello come vaghezza del sentimento e opta esclusivamente per messaggi dove l'essenza sconfigge l'apparenza. Il suo traguardo è quello di armonizzare al meglio il suo essere artigiano, poeta, filosofo, manipolatore della materia, porgendo ascolto ai sentimenti come guida primaria del suo fare. Testi di Paolo Levi, Daniela Brignone e Vittorio Sgarbi.