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Il problema della identità è oggi centrale tanto nel dibattito architettonico quanto in quello politico-filosofico. L'uso o meglio l'abuso del termine non rivela solamente delle esigenze psicologiche represse, ma indica altresì una serie di problemi irrisolti legati alla cultura tecnologica contemporanea. Dobbiamo quindi cercare di comprendere meglio il significato della identità dei luoghi sia a livello analitico che progettuale, comprendere i fattori che concorrono a definirne la presenza o la distruzione, intendere la modernità del suo perenne farsi in un processo sinergico di trasformazioni. Di fronte alla crescente atopia ed omologazione che caratterizza gli insediamenti umani del nostro secolo cancellando le differenze tutt'ora esistenti sulla faccia della terra, questo libro intende evidenziare l'identità come carattere primario di ogni luogo costruito e come avvio essenziale alla progettazione. Se il progetto infatti altera con la sua stessa presenza l'identità, non deve stravolgerla ignorando la cultura spaziale. L'architetto deve interpretare col progetto l'identità del contesto attraverso la individuazione degli orientamenti culturali e ideologici, lo smontaggio dei codici linguistici e tipologici, la decostruzione delle geometrie dei tessuti, delle frasi, dei vocaboli, ricomponendo poi il tutto in nuova unità. Come gestire allora la contraddizione fra la soggettività del progetto e la oggettività del contesto?