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Nel periodo di apnea del dopo laurea, la protagonista di questa storia conosce due persone. Suo padre, e un'anziana compagna di osterie e letture: la Francesista. Mentre smitizza l'uomo che non l'ha cresciuta, elegge la Francesista a maestra di vita. Tra un lavoro precario e l'altro, nella mente dell'io-narrante si affastellano i ricordi recenti dell'università e della presa di coscienza civile. Alternati, scorrono i flashback in bianco e nero della Francesista sessantottina all'Ecole Normale: fanno uno strano effetto adesso, in un mondo di i-pod, personalismi e aperitivi. Il racconto in parallelo delle due formazioni al femminile rivela i punti gemelli di due vite separate "solo" da quarant'anni di storia italiana. E grazie a questa sorellanza intellettuale ed emotiva, il dolore per l'assenza dei padri si perde sul fondale nero dell'infanzia. Tra scorribande campestri e vinicole con l'anziana maestra, la protagonista capisce cos'erano la Francia e il Friuli negli anni Sessanta, per la gente che non era nessuno. E capisce che genitori e figli, veri o sognati, "si cercano per tutta la vita nei cinema e nei bar. E quando si trovano possono prima vivere, e poi morire".