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Attraverso l'intreccio di due storie, quella di un giovane ricercatore e quella di Maximilian, bambino affetto da una malattia genetica, la fibrosi cistica, "Maximilian e la ricerca" descrive con efficacia lo stato di immobilismo della ricerca scientifica in Italia. L'incontro con il bambino malato diventa per Francesco non solo l'occasione per interrogarsi sullo stato della sua professione, sulle opportunità che gli vengono fornite e sulle conseguenze che le politiche attuali hanno sulla vita dei malati, ma segnerà un vero e proprio punto di svolta nella sua carriera, lo porterà infatti alla scelta di dedicarsi alla ricerca applicata allo studio delle malattie genetiche. Riflessione sul dolore e specchio fedele di un mondo universitario disagiato - dall'esperienza degli studenti durante gli esami a quella dei ricercatori fuori sede - questo libro è pure una tenera storia d'amore narrata con delicatezza nello svolgersi di un quotidiano solo apparentemente banale, dove la scelta ardua di applicarsi a un ideale di ricerca scientifica senza rinunciare alla famiglia è continuamente messa alla prova.