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Al monastero di Martyrios, in Palestina, il monaco e pellegrino Bernardo viene a conoscenza di un terribile segreto: l'abbazia di S. Vincenzo alle sorgenti del Volturno, uno dei più importanti centri spirituali della cristianità, è bersaglio di un imminente attacco saraceno guidato dallo spietato comandante Suchaim. Scoperto dai complottisti e determinato ad avvisare l'abate volturnense Maione del pericolo incombente, Bernardo si avventura in una pericolosa corsa contro il tempo che lo porta al confine della terra S. Vincentii. Le sue rivelazioni catapultano la comunità monastica nell'instabile scacchiere politico dell'epoca, dominato dagli scontri tra Carolingi, Longobardi, Bizantini e Saraceni. Intanto l'abate e il suo fedele preposito, Cuniperto, impegnati a ricercare alleanze e ad approntare le difese, sono ignari che pure i Saraceni, accampati alle porte di Napoli, possono contare su un complice potente. Dopo morti misteriose, azioni di spionaggio e complotti politici, nell'anno Domini 881 lo scontro armato - violento e sanguinario - cala sull'abbazia come una mannaia. Dal suo esito dipende la salvezza di Bernardo, Maione e Cuniperto, e soprattutto delle reliquie di S. Vincenzo... Luciano cala il lettore in una vicenda realmente accaduta - il sacco arabo di S. Vincenzo al Volturno dell'881 -, facendogli respirare la spiritualità della vita monastica, ma anche il clima di tensione che attanaglia l'Italia centro-meridionale nel IX secolo.