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Dal Novecento in poi la guerra si è servita della comunicazione di massa in maniera sempre più intensa e pervasiva, giungendo a una sovrapposizione tale da rendere difficile, oggi, tracciare la linea che ne segna il confine. Da semplice spazio informativo, la guerra ha trasformato la comunicazione in spazio strategico, in arma di offesa e di difesa, in strumento di persuasione e di disinformazione. Ma qual è l'essenza del rapporto che lega guerra e comunicazione? È possibile pensarle ancora separatamente? O non è piuttosto l'intima natura democratica del progetto politico moderno a saldare indissolubilmente sin dall'inizio la guerra ad una comunicazione legittimante e mobilitante? Questa raccolta di saggi si pone l'obiettivo di entrare nella meccanica della guerra moderna per comprenderne caratteristiche e contraddizioni. Dalla ricostruzione del dibattito sulla guerra elaborato da pensatori politici e filosofi tra XIX e XXI secolo, fino alle analisi delle guerre precedenti e successive all'ai settembre 2001, il volume fornisce una chiave di lettura di straordinaria efficacia di uno dei punti nodali del dibattito storico-politico contemporaneo, svelando in quale modo il problematico rapporto che lega guerra e comunicazione sia il riflesso di una più ampia tensione tra politica e guerra.