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Le elezioni presidenziali americane sono l'evento politico globale del 2008. Finita l'era Bush, gli Stati Uniti dovranno scegliere chi mandare alla Casa Bianca, a chi affidarsi per sentirsi sicuri, prosperi e felici. È come se si ricominciasse da zero, perché queste sono le elezioni della storia. Le più ricche di sempre, le prime a superare la barriera del miliardo di dollari, le più lunghe, le più indecifrabili, le più dure, le uniche negli ultimi cinquant'anni in cui né il presidente, né il suo vice si ripresentano per chiedere alla gente di ridargli fiducia. Sono le elezioni della prima volta: la prima volta in cui una donna, un afroamericano, un italoamericano, un mormone possono davvero arrivare alla Casa Bianca. Queste elezioni hanno soprattutto il volto di Hillary Clinton, pronta a fare la storia. È lei il personaggio, la calamità, l'attrazione, la protagonista principale: l'ex first lady che uscì dalla Casa Bianca dalla porta di servizio pensando a come entrare dall'ingresso principale, la donna politica più celebre del pianeta. L'America la ama e la odia: queste elezioni sono quasi un referendum su di lei. Chiunque vinca, comunque, entrerà nella storia e gli Stati Uniti d'America, e forse il mondo, non saranno più gli stessi.