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Il 28 maggio del '74 a Brescia è una giornata inaspettatamente plumbea e piovosa. Sono trascorsi esattamente sedici giorni dalla vittoria del "no" al referendum sul divorzio. L'Italia è quella dell'austerity e delle domeniche a piedi. Alle 10.12 sette etti di polvere da mina infilati in un cestino portarifiuti esplodono durante una manifestazione antifascista uccidendo otto persone. Cinque di loro non hanno neppure quarant'anni, sono tutti insegnanti, ma soprattutto amici, che hanno condiviso cene, lavoro e vacanze: cinque persone che hanno lavorato insieme nella scuola, costruito il sindacato e vissuto la politica con la passione e il sorriso. Il libro racconta la storia di questa strage.