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Gli anni 1989-92 rappresentano un autentico momento di rottura nella storia dell'India contemporanea: da un lato si assiste al completo tracollo del "consenso nehruviano", la formula politica che combinava l'idea di un'economia autosufficiente, un sistema ampiamente laico e una politica estera non allineata e in qualche modo antimperialista; dall'altro lato, in quei medesimi anni cominciò il declino apparentemente irreversibile del Congresso nazionale indiano, il partito che aveva governato il paese sin dalla conquista dell'indipendenza (1947). Nel dibattito politico di oggi le caste e la religione hanno assunto un'importanza cruciale, l'integrazione nell'economia globalizzata ha portato a forti situazioni di conflitto tra lo stato e gli strati più poveri della popolazione, l'idea stessa di India come paese unitario continua a essere messa in discussione da movimenti autonomisti e persino il non allineamento è stato abbandonato da quella che oggi è una potenza nucleare. D'altro canto questi stessi processi hanno anche offerto nuove e per certi versi inaspettate opportunità di affermazione politica e sociale. È proprio partendo da quel delicato passaggio storico che in questo libro si analizzano le tante linee di conflitto e di sviluppo che attraversano la società indiana di oggi, nel tentativo di descrivere il presente al di là delle sue innumerevoli contraddizioni