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Un riesame del Barbiere di Siviglia di Rossini che conduce alla tesi di fondo, alquanto controcorrente, che il "vero" Figaro sia in realtà uno straordinario millantatore. Ad onta della sua iperbolica vanagloria, le "invenzioni prelibate" volte a favorire il matrimonio tra il Conte e Rosina si rivelano infatti fallimentari: sarà Almaviva, nel momento decisivo, a prendere di petto la situazione e volgerla a proprio favore, in una grande aria scomparsa per più d'un secolo dalle rappresentazioni del Barbiere (e oggi solo saltuariamente ricomparsa). Al contrario di quanto comunemente si dice, dunque, la funzione drammatica di Figaro è quella d'ingarbugliare la matassa piuttosto che dipanarla; ma dal punto di vista artistico e drammaturgico questa è una funzione primaria: per un servo intrigante è più importante avere una parte determinante nel "nodo", piuttosto che nella "resolutio". La ricerca si muove su tre livelli: la ricostruzione della genesi dell'opera alla luce del rinvenimento di nuovi importanti documenti d'archivio, del sistema delle "convenienze teatrali" e dell'ambito dell'esperienza degli artisti coinvolti; l'analisi comparativa del libretto di Sterbini con la commedia di Beaumarchais, con il libretto anonimo dell'opera di Paisiello sullo stesso soggetto (1782) e con altre fonti finora sconosciute; l'analisi della partitura rossiniana, nella prospettiva della "costruzione" drammatico-musicale dei personaggi.