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Il libro teorizza l'esistenza di un genere cinematografico, denominato commedia cinematografica toscana, sorto dalle ceneri della commedia all'italiana, la cui nascita si deve a due pellicole di Mario Monicelli come Amici miei, del 1975, e Un borghese piccolo piccolo, del 1977. Il grande successo di Amici miei spalanca la porta alla toscanità nel cinema italiano, poi l'esplosione di Benigni consolida l'avallo del pubblico ai film dove si parla toscano, fiorentino prima, pratese poi e infine livornese. E quello che inizialmente sembrava essere solo un filone di successo nel corso degli anni si trasforma in un vero e proprio "genere", grazie ai continui successi di Francesco Nuti, Alessandro Benvenuti, Paolo Virzì, Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, sorretti da autori che a mano a mano si impongono come Ugo Chiti, Giovanni Veronesi, Francesco Bruni.