Tab Article
Il mondo contadino nella Toscana al termine della guerra visto con gli occhi di una bambina divenuta nonna. Un mondo puro ma non ingenuo, nel quale il tempo e lo spazio sono scanditi da rituali immutabili come la vendemmia e la mietitura, delimitati dai colori e dagli odori del biancospino, del bucato e della crema coi fiocchi, dove echeggiano ancora il suono del treno a vapore, quello degli zoccoli di legno dei ragazzi che andavano a scuola o quello della sirena di allarme all'arrivo di un bombardamento alleato. La narrazione poggia sul lessico contadino toscano, che emerge di frequente nel flusso delle frasi, concedendosi talvolta libertà grammaticali e salti temporali che concorrono alla creazione di una atmosfera sospesa e quasi fuori dal tempo. L'aspetto bucolico e ingenuo è però tenuto sotto controllo dai nudi fatti narrati, i quali non lasciano dubbi sulla condizione della classe contadina in quegli anni. Il testo è composto da brevi paragrafi che narrano episodi dettati dal ritmo dei ricordi, dove a succinti resoconti di vita vissuta sono spesso alternate ricette antiche e filastrocche contadine che, di per sé, rappresentano piccole gemme da cogliere e conservare.