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"Sento a questo punto del mio andare un'inquietudine profonda, un'attesa di non so cosa, una nostalgia del tutto e un timore profondo di non aver tempo: per tutto ciò mi affido alla preghiera, ma anche così subito dopo mi assale il dubbio, e da questa sofferta tensione, e al fine di acquietarla, nasce la ricerca continua della Bellezza, dell'amore in tutte le azioni, in tutte le creature e in tutte le cose. Per questa ricerca, fra tutti i mezzi amo la poesia e anche nelle parole cerco musicalità e semplicità, sintesi e armonia. Sento come lo sgorgare di un fiume, e allora mi domando a cosa possa servire tutto questo e mi dico, con il Libro del Qohelet, che alla fine tutto è 'vanità e vanità!'. Ma poi mi dico anche che, scrivere parole ha senso, perché in ogni incontro fatto, sempre e comunque, resta qualcosa di non detto, e che scrivere parole, come per ogni arte, rappresenta il tentativo di tornare all'Unica Sorgente e questo, son certo, mi accompagnerà fino in fondo alla vita."