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"...e non è la notte" cerca di fornire una versione particolare a quello, che la Fede Cristiana e altre religioni cercano di dare con l'esistenza dell'aldilà e la possibilità di sopravvivere oltre la fine attraverso l'anima o in qualsiasi altro modo per esistere in eterno, così che ognuno possa fare i conti con il suo passato di essere vivente. La filosofia espressa in questo romanzo è, e vuole mantenersi, come una risposta umile, dove la fede religiosa tradizionale c'entra ben poco. L'autore parte dal presupposto che, dopo la morte, la vita prosegua in quello che abbiamo lasciato, nel bene e nel male, a chi erediterà il futuro. Purtroppo quelli che finiscono con il corpo sono i sentimenti, che vivono nel cuore fino all'ultimo battito. Il protagonista di questa storia sta trascorrendo la sua esistenza a cavallo tra la vita e la morte, il suo stato vegetativo gli permette di fare un excursus sul suo passato, ma il suo cuore è sostituito da una macchina così che l'amore e i sentimenti non sono più con lui. La domanda è d'obbligo: è vivo chi è privo di emozioni?