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Sorrisi freddi e gesti taglienti scandiscono i racconti di vite consumate ai margini di una guerra, quella cecena, che troppo spesso appare smussata, levigata, quasi edulcorata nelle parole dei vertici diplomatici russi. In realtà, altro non è che teatro di terribili violazioni dei diritti umani, da sempre impunite. Una lettura scomoda, ma proprio per questo necessaria, un affresco tragico e audace della violenza e del sussiego dei militari. La storia dei civili ceceni, tra relitti di sogni e schegge di umanità. Una guerra oltre la legalità che cerca giustificazioni per spiegarsi al mondo: soldati russi e mercenari che con la scusa di setacciare villaggi e città alla ricerca di guerriglieri ceceni, avviano sistematiche operazioni di pulizia etnica, perpetrando le torture dei civili fino alla loro menomazione o, in molti casi, al decesso. Storie sconvolgenti, una lingua acuminata, uno stile a tratti visionario. Uno scrittore che spalanca la porta su una realtà sconosciuta ai più, per mettere al corrente, per far sentire il cigolio disperato di uno Stato che va in frantumi.