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Tra il 1849 e il 1855 Thoreau fece tre viaggi attraverso la penisola del Massachusetts e, come sempre, annotò ogni cosa nei suoi diari. Poi, per qualche anno, se ne andò in giro a raccontare luoghi e uomini di quell'esile lingua di sabbia in bilico sull'Atlantico che è Cape Cod, in una serie di conferenze rimaste memorabili per fascinazione e humour. Da queste esperienze, in cammino lungo il braccio di terra che protegge la baia, nasce il volume dedicato a Cape Cod, qui presentato nella traduzione di Riccardo Duranti e arricchito dai suggestivi dipinti di un insuperato maestro dell'arte americana, Edward Hopper. Dalle solitudini dell'oceano a quelle sabbiose dei deserti interni, dai resti dei ricorrenti e leggendari naufragi ai villaggi rimasti arroccati all'epoca dei Padri Pellegrini, le pagine di Thoreau, sostenute da una prosa fluida e spesso impietosa, passano rapidamente dallo stile del diario a quello polemico, dalla storia naturale alla satira, dalla riflessione esistenziale alla parodia. La sublime bellezza dell'oceano e la titanica indifferenza della natura di fronte all'affannoso agire umano suscitano in Thoreau ammirazione e al contempo sconcerto, e danno vita a un repertorio di meditazioni di straordinaria potenza evocativa. Mare, salsedine, vento, fari, barche di pescatori, cetacei spiaggiati: non c'è aspetto della penisola che Thoreau non abbia passato al setaccio, come i granelli di sabbia che gli "riempivano le scarpe".