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Questo libro analizza in profondo tutta l'opera di Baudelaire: la prosa, i versi, le lettere, comprese quelle assai significative scritte alla madre. Una schiera di psicoanalisti è convocata a far parlare il testo baudelairiano fin nei suoi più intimi e arcaici recessi. Da Freud a Melanie Klein, da Bion a Matte Blanco, da Meltzer a Resnik, la scienza del profondo ci illumina sulla rottura epistemologica attuata dal poeta delle "Flewrs du Mal". Come Cézanne ha effettuato una rivoluzione copernicana in pittura, infondendo nell'opera d'arte una molteplicità di volumi e prospettive, così Baudelaire ha inaugurato nella composizione poetica un dire multidimensionale, "in volume", che restituisce le ricchezze del suo mondo interno, abitato dal lutto e dalla melanconia. Compito del poeta è di introdurre nel più profondo di sé gli oggetti del mondo esterno, per "contenerli", assimilarli e tradurli in parola. Ma questa operazione di elaborazione del lutto arcaico incontra il "solco profondo di Melanconia", l'affetto che più impegnò il poeta nel suo ethos del trascendimento: "Estrarre la bellezza dal Male".