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In queste pagine, ispirate al Vangelo di Luca, il Cristo viene presentato come se fosse vissuto nei vicoli napoletani; ne emerge una Divinità forse ancora più vicina al suo popolo di quanto appaia nel testo evangelico; un Messia che non perde mai la pazienza con i suoi, che ci parla direttamente tramite essi e che dimostra la sua tolleranza per chi, come noi, scarta le perle alla ricerca di una vile monetina. Lo stile è mutevole: si passa da dialoghi serrati e ardenti monologhi a preghiere colme di fede; in qualche caso l'autore stesso fa proprie le osservazioni del manovale, del pescivendolo, del "cusitore", evidenziandole e proponendole come pausa ed invito alla meditazione, in un' atmosfera che tende sempre alla giocondità propria del popolo napoletano.