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La giostra degli inganni si presenta come un gustoso intreccio di due diverse dimensioni. Da una parte, a fare da sfondo alla vicenda, la semplice e concreta realtà quotidiana di un piccolo paese di campagna vicino a Firenze, alla fine degli anni '50; dall'altra una serie di eventi straordinari e di coincidenze fortuite che interrompono il quieto ritmo di vita del borgo e conferiscono alla storia le caratteristiche di un avvincente giallo. Tutti gli abitanti del borgo si ritrovano in qualche modo coinvolti nell'inattesa novità e, insieme ai protagonisti, contribuiscono a delineare lo sconfinato universo dei sentimenti umani, intensamente descritti nello scorrere della vicenda: desideri, speranze, paure, pregiudizi, delusioni, ma soprattutto... amore. La narrazione, secondo il consueto stile dell'autore, è impreziosita dal susseguirsi di accurate descrizioni dei personaggi, degli ambienti domestici e dei paesaggi che, simili a quadri variopinti, finiscono per avvolgere il lettore in una sorta di magia. Stimolante anche l'adozione del doppio registro narrativo, adatto a suggerire la molteplicità dei punti di vista di cui occorre tener conto per rimanere aperti al cambiamento e dunque come invito a non pensare alcuna realtà come chiusa su se stessa, ma al contrario suscettibile di novità.