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Martin Heidegger e Karl Jaspers si conoscono nella primavera del 1920 a casa di Edmund Husserl. Fino al 1936, e poi dal 1949 al 1963, si tengono in contatto mediante un'intensa corrispondenza epistolare. Le 155 lettere raccolte in questo volume, le uniche giunte fino a noi, sono riprodotte integralmente e corredate di un ampio apparato critico e bibliografico, prezioso per cogliere lo sfondo su cui si evolve lo scambio. La corrispondenza dei primi anni testimonia la speranza, comune ai due pensatori, di trovare l'uno nell'altro un amico e un alleato disposto a impegnarsi per il rinnovamento della filosofia e la riforma dell'università. Tuttavia, quanto più si definiscono i rispettivi orientamenti di pensiero, tanto più divengono evidenti le dissonanze tra l'ontologia fondamentale dell'uno e l'interpretazione esistenziale dell'altro, così come tra le due concezioni della riforma universitaria. Tale divergenza è acuita dalle opposte posizioni assunte rispetto agli eventi politici, benché nessuno dei due si spinga fino a una rottura radicale. Di questa crescente distanza raccontano, in gran parte, le lettere del dopoguerra, pervase da una tonalità elegiaca. In esse è ancora riposta la speranza di tenere viva un'amicizia, pur nella consapevolezza di una perduta sintonia. Permane comunque, da parte di entrambi, la convinzione di essere l'uno per l'altro il più degno interlocutore teorico.