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In questo volume si indaga la funzione del corpo nella poesia italiana degli anni Sessanta. Nelle singole analisi vengono ricostruiti i diversi approcci con cui alcuni tra i poeti più rappresentativi dello sperimentalismo poetico del secondo Novecento (Pasolini, Zanzotto, Sanguineti, Rosselli, Porta e Spatola) hanno affrontato il tema della corporalità, mettendo in discussione le modalità tradizionali di rappresentazione del soggetto. Sessualità, perversione, scambio di genere, violenza, morte e metamorfosi sono alcuni dei modi in cui i corpi evocati divengono altri rispetto alle astrattezze del modello lirico, fornendo risposte provocanti al complicarsi del rapporto tra soggetto e realtà in uno dei decenni più importanti della poesia italiana del secolo appena trascorso.