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La solitudine interiore crea atmosfere dolorose, costruisce geografie dove si evidenziano luoghi d'isolamento, di perdita, di smarrimento. Ogni solitudine ha il suo linguaggio, il suo messaggio, la sua intenzionalità, il suo vissuto, il suo corpo, la sua esperienza e il suo variopinto ventaglio di emozioni, dove è racchiuso il mondo-proprio della persona. L'autrice ci racconta di Ettore, bambino triste e solo, chiuso in un mondo-proprio, dove non lascia entrare nessuno. Vive le ore pomeridiane nella sua camera a disegnare, a giocare, a guardare i film di avventura, a costruire aquiloni di balza e carta velina, ma il tutto avvolto dalla pregnanza della solitudine.