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Da anni - nell'aspro dibattito che si accende parlando di musica "colta" e "leggera", "sperimentale" e "neomelodica", per "addetti ai lavori" e per tutti - si formulano le teorie più disparate e ci s'inalbera in trattazioni che sembrano muovere da assunti filosofici o addirittura scientifici ma, a ben vedere, sono poco più che sensazionalismi guidati da rigurgiti di letture più o meno impegnate. L'intento che spinge Stefano a parlare di questi delicati argomenti è quello di portare spunti di riflessione nuovi e illuminanti a persone che appartengono ad ambienti culturali diversi. Difficilmente, infatti, un musicista professionista si dedicherà con passione alla lettura approfondita della filosofia di Heidegger e Jaspers, occupandosi contemporaneamente di elementi di biologia, così come un filosofo o un biologo probabilmente avranno poca dimestichezza con l'estetica musicale e le infinite problematiche a essa collegate. Ecco la necessità di creare un testo capace di inserirsi al confine, su quella linea immaginaria in cui tutte queste discipline scoprono di parlare della stessa cosa e potrebbero scambiarsi gli appunti. Prefazione di Salvatore Frega.