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Nel settembre del 2013 si è chiusa la 34ª edizione della Coppa America: il trofeo sportivo più antico, controverso ed esasperato. Una regata che assomiglia ha una giostra di cavalieri medievali: un duello all'ultimo sangue tra due barche, due equipaggi, due nazioni, due mondi. Con un crescendo di tensione che viene da mesi di selezioni, di progettazione, di spionaggio, di ricerca per avere la barca giusta e gli uomini migliori. "Non uno sport per deboli di cuore", come ha scritto sir Peter Blake, uno dei più grandi velisti che la storia ricordi. Piuttosto un gioco dove vincono la passione e i soldi, la tecnologia e la determinazione. Per capire cosa sta dietro il Santo Graal dei velisti ripercorriamo insieme i 162 anni della sua storia con un occhio di riguardo alla partecipazione dell'Italia con Azzurra, Italia, il Moro di Venezia, Luna Rossa, Mascalzone Latino, +39. E lo facciamo attraverso le impressioni, i ricordi, le opinioni di uno degli artefici del sogno italiano in Coppa America, Mauro Pelaschier, mitico timoniere della prima barca che, giusto 30 anni fa, diede il via a quel sogno: Azzurra.