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Un viaggio dentro un'infanzia chiusa, limitata, oppressiva che incute addirittura orrore; sullo fondo, una Leningrado che non esiste più, spazzata via da una travolgente globalizzazione. Interprete autentico di tutta una generazione, Astvacaturov ci accompagna, con uno stile ironico, sarcastico che raggiunge anche toni di elevata sensibilità, nel micro-spazio del quartiere dove l'eroe ha vissuto i suoi anni '70 e dove ogni palazzo, ogni casa, ogni negozio hanno una storia da raccontare. Maestro dell'aneddoto letterario, in tutto il romanzo i ricordi si intrecciano in maniera proustiana agli odori dei cibi della mensa, dei bagni, degli ingressi dei palazzi e ad una profonda nostalgia del mondo sovietico.