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Un artista britannico mette in vendita su eBay tutti i propri averi; un collega olandese analizza attraverso le proprie iniziative la business culture; un americano stampa banconote proprie e trova il modo di spenderle; un altro, svizzero, vende l'invito a partecipare a "Manifesta". L'idea secondo cui arte e economia sono incompatibili sembra oggi totalmente superata. Molti artisti contemporanei non solo esprimono sui media opinioni riguardo al mercato e ai risvolti economici dell'arte, ma usano la propria arte per riflettere sui meccanismi economici o per farne la parodia, andando ad affiancarsi ad alcuni mostri sacri dell'arte del XX secolo quali Marcel Duchamp, Yves Klein, Marcel Broodthaers e Joseph Beuys. Nasce così la imaginary economics - termine che indica i paradigmi alternativi a quelli istituzionali della scienza economica - a uso di chi non si accontenta delle risposte reperibili nelle confortevoli stanze del pensiero economico dominante.