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Sul male mentale, soprattutto quando si manifesta nelle forme più severe, grava un pregiudizio che porta a ritenere difficile, se non impossibile, raccogliere discorsi sensati. Il folle ha smarrito la propria presenza - si pensa comunemente - ed è incapace di legare fra loro passato, presente e futuro. Come asserisce Mario Cardano nella sua prefazione al volume, "Follie ragionate" sfida e vince questo pregiudizio: mostra come "il folle sragioni molto meno di quanto si creda". In questo libro il male mentale è affrontato attingendo alle parole, alle metafore, alle narrazioni di chi ha attraversato questa condizione e di chi da anni convive con il proprio malessere mentale. Tutto ciò colloca il contributo di Vincenza Pellegrino all'interno di una consolidata tradizione di ricerca, quella delle illness narratives, e tuttavia cerca di integrarne i diversi approcci in un'unica opera di studio. Analizzando le testimonianze di uomini e donne gravati da anni da disturbi severi, Vincenza Pellegrino infatti combina in modo convincente tecniche di ricerca qualitative e quantitative, senza indulgere nella retorica della triangolazione che attribuisce all'adozione di "metodi misti" un valore in sé o una garanzia di oggettività, ma mostrando bene l'efficacia della loro combinazione. Infine, in questo modo, la sofferenza e la cura psichiatrica possono essere ri-comprese all'interno del complesso universo simbolico dei pazienti e ripensate grazie a essi.