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"Nel marzo 2006 a Nouakchott, capitale della Mauritania, Kumba si dirige verso un quartiere periferico dove deve incontrare un suo "parente" che si occupa di affari legali. Da due anni aspetta una risposta dal tribunale al quale fece appello per chiedere un risarcimento all'azienda in cui lavorava il figlio Ahmed, licenziato in tronco, dopo un incidente sul lavoro. Forse ha sopravvalutato le capacità del governo di instaurare una legalità valida per tutti, ma la sua intraprendenza è segno della speranza che la transizione politica degli anni Novanta del Novecento ha suscitato in lei. Kumba è una donna fulaabe. Appartiene ad una minoranza etnica che è stata tra le principali vittime dei cosiddetti 'avvenimenti etno-razziali del 1989'. Ancora oggi i fulaabe sono uno dei gruppi più marginali nell'accesso alla spartizione della "torta" delle opportunità economiche e delle cariche politiche e amministrative mauritane". Privilegiando l'analisi di casi concreti, questo volume affronta la storia e l'attualità del dibattito su cittadinanza e diritti in Africa. Gli autori insistono sulle dimensioni vissute dell'inclusione e dell'esclusione e sulle battaglie quotidiane perché l'appartenenza politica si traduca in un fatto sostanziale. Il loro sguardo è rivolto all'Africa e alle migrazioni dall'Africa verso l'Italia e l'Europa, con l'idea che la ricerca africanistica offra modelli ed esempi, che consentono di leggere le tensioni del nostro presente.