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Come è emerso in epoca moderna il concetto di opera d'arte e dell'ingegno quale forma dell'incompiuto? Le varie tradizioni artistiche e letterarie del quaderno di meditazioni e dell'abbozzo pittorico, del frammento filosofico e del taccuino di viaggio, del collage visivo e del diario autobiografico mostrano come il declino dello statuto tecnico e finalistico dell'opera abbia aperto la strada a uno statuto viceversa cognitivo delle forme espressive moderne, nelle quali - secondo la definizione di Heinrich von Kleist - "il pensiero viene parlando". Per affrontare questa profonda trasformazione culturale, il volume procede anch'esso a frammenti che propongono incursioni tra le fonti artistiche, letterarie e filosofiche che meglio restituiscono il rovesciamento del significato delle opere da teleologico in processuale, non finito, rapsodico e memorialistico, così come esso si manifesta in autori che spaziano da Montaigne a Leopardi e Valéry, da Baudelaire a Wittgenstein e Benjamin, dall'impressionismo al Surrealismo e all'arte gestuale. Il declino della verità finalistica delle opere che doveva portarle - come ha scritto Friedrich Nietzsche - "dalla perfezione al divenire", viene infine analizzato nella deriva verso l'indistinto tra arte e vita, tra finzione e realtà che segna molti fenomeni culturali contemporanei.