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"La voce di una poetessa così mette in crisi il tempo. Estrae i suoi fiori elementari e intensi dalle esperienze profonde della vita (la maternità, l'amore, le perdite, il viaggio) e anche dalle realtà più sfumate (uno sguardo, un ricordo, un segreto). E lo fa con l'esattezza e con la fascinazione di un dettato semplice e misterioso, amplificato, per il lettore italiano, da una lingua prossima ma abitata da lontananze. La Grech compie un'opera di esattezza. Le sue parole sono piene dei silenzi necessari all'emersione e all'individuazione dei termini. Una poesia che trema a fianco della vita, dei volti, delle situazioni. Non le vuole coprire, non vuole esserne, neo-romanticamente, l'essenza, né l'enigmistica gnosi. Ne è la risonanza, la captazione. È un alfabeto scritto sulle foglie della sua anima. E da questa Pizia gentile, dalle sue poesie, noi impariamo i misteri sempre nuovi e sempre antichi della vita, della nostra." (Davide Rondoni)