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«Il Dare, l'Avere, il topo nel granaio, la svinatura, lo stato degli olivi; in un diario di fattoria, riga dopo riga, giorno dopo giorno erano annotati in bella grafia, i fatti dell'anno. "8 novembre 1885: oggi ci è morta una figlia di anni tre, di nome Rigoletta". "10 novembre: i prestatori d'opra vengono troppo cari". Non tanto dunque l'avvenimento, fosse pure tragico, assunto nella sua immediatezza, ma la continuità, il fluire del quotidiano nel divenire. Potrebbe essere questa una delle possibili chiavi di lettura della cronaca che Adriana Maggini Torriani titolò Ragazzi presentandola con successo al Premio Laura Orvieto del 1954. Anche qui, sebbene si tratti di una narrazione dai risvolti spesso avventurosi, tutto è registrato con lo stesso distacco e la stessa puntualità dell'antico cronista, perciò le accensioni o gli sbalzi di intonazione sono rarissimi, in modo che i singoli accadimenti non diventino mai a sé stanti, storie nella storia. [...] È naturale che, nel raccontare, tutto non abbia uguale peso, ma la qualità della voce è sempre la stessa, tenuta insieme da una fede nella parola e, sottintesa, da una venatura di malinconico disinganno,che mai esorbitano dalla giusta misura. Le parole,gli eventi, uno dopo l'altro, si legano insieme come tessere di un grande mosaico, che raffigura la vita di questo bulbo familiare, la sua presenza nel tempo.» (Roberto Coppini)