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Spregiudicata, scostumata e scanzonata: è lei, Lore Segal, che questa volta ci guida tra poeti, scrittori e drammaturghi che affollano i salotti del West Side, bizzarri personaggi ritratti con tinte al vetriolo: scarpe lucide, completi blu da impiegato, abiti grigi dozzinali, pantaloni dalla foggia antiquata, calzamaglie da ciambellano uscito da un arazzo per andare a caccia di unicorni... Questa eccezionale quanto stramba corte dei miracoli accoglie una folla di falliti di successo che, tra conversazioni senza né capo né coda, rimandano ogni cosa dopo l'ultimo bicchiere mentre "non per malizia, ma per desiderio di comunione, fanno a pezzi gli altri poeti e se li offrono in pasto a vicenda". E nell'attesa dell'ispirazione che segnerà la svolta nella loro vita, gli artisti danno sfogo a manie e tic: matite che a furia di temperare si consumano, corse ad acquistare blocchi fiammanti pronti ad accogliere le loro nuove creazioni... In mezzo a loro c'è lei, Lucinella, voce narrante di questo romanzo dissacrante, che è anche un ritratto impietoso della New York "intellettuale" tra gli anni Sessanta e Settanta.