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Ci si può liberare da ciò che si è stati e, soprattutto, da ciò che si dovrebbe essere? È possibile evitare le trappole di un'origine borghese? Come sottrarsi a un'esistenza ordinata? Come liberarsi da una famiglia che toglie il respiro e ha già predisposto un futuro sicuro e sin troppo prevedibile? Tutto questo per Rob è peggio di una prigione. E non conosce altra via d'uscita che la fuga. Per cercare così di placare quell'inquietudine che sin da bambino lo insegue e, nello stesso tempo, appagare il suo inestinguibile desiderio di avventura. E così Rob sceglie di partire, di vivere solo, senza legami. Eccolo, in piedi sul ponte della Cape Town. Guarda in basso verso la banchina. Il rombo dei motori copre le urla delle persone venute a salutarlo. In prima fila, il padre e la madre. Vuole andarsene, sparire, e quella nave lo porterà via. Ma è davvero così semplice ingannare il proprio destino? È sufficiente mettersi in cammino per trovare se stessi? Braccato dai ricordi e dalle immagini del passato, che di continuo ritornano "come un boomerang al rallentatore", Rob si perde in un incessante vagabondare che lo porta da Johannesburg all'Africa orientale, passando per Giava, Manila, Suez. Quella che era iniziata come una grande avventura si trasforma in una fuga senza fine. Si era creduto un soldato di fortuna, ma "fortuna e buona sorte lungo il cammino erano rimaste indietro".