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Il viaggio attraverso i mondi di Stephen King è declinato secondo una natura letteraria unitamente triplice. La prima natura si muove secondo il cammino indagatorio e malinconico, di storpiamento descrittivo, eseguito dalle norme narrative di La luce e il lutto di Gesualdo Bufalino. La seconda si sostanzia nella peregrinazione letteraria di matrice metafisica, che cova una tensione trasformativa del reale fino al demoniaco, avanzata da K. di Roberto Calasso. La terza, quindi l'ultima, si raccoglie per mezzo della brevità stilistica, acuminata, proposta dal flusso questionante sul bene e sul male, di Austerlitz di W. G. Sebald. Un viaggio, dunque, accudito da questa trinitaria ispirazione che vuole sovvertire (e intanto assentire) alle geografie orrorifiche delle opere più significative - secondo tali prospettive - del re dell'horror moderno. Un incubo filosofico, in definitiva, al di là dello spazio e del tempo, una demonologia della e nella scrittura.