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New York: un universo di stimoli, informazioni, punti di vista, persino di stereotipi. Raccontarla non è facile. Una città veloce, ricca di fermenti, oggetto di fantasie, in cui si aprono possibilità, nascono storie. Correre per adattarsi al suo continuo movimento, ma anche per lasciare briglia sciolta ai propri pensieri, per trovare un punto fermo. Correre ad Highland Park, soprattutto quando piove, quando ci si ritrova soli e riscoprire il rumore dell'acqua che cade, non dover pensare ad altro se non a se stessi. Oppure a Bed-Stuy, e ripercorrere le strade che hanno ispirato scrittori e musicisti come Frank McCourt e Norah Jones. Attraversare di corsa le storie e le culture di Brooklyn, collezionare ricordi a ogni falcata. Chiara Marchelli ci offre un racconto di New York attraverso gli occhi di chi la vive e la percorre: un resoconto amorevole del connubio tra corsa e scrittura. Pagine che dettano l'andatura dei passi e dei pensieri, che regalano l'opportunità di guardarsi dentro e intorno, senza mai rischiare di perdere il ritmo e rimanere indietro. Perché per raccontare una città che pare non fermarsi mai bisogna assecondarne i mutamenti, e forse, mutare un po' con lei. Dopo "Le notti blu" Chiara Marchelli ci guida nella Grande Mela, ne ricrea tutto il caos e ogni segreta promessa.