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Mai polvere retorica potrà depositarsi sulla pagina, mai la lettera avrà scoramenti letterari, la poesia tristezze poetiche, la frase lirici rimpianti. Un vitalismo ludico s'imprimerà nelle righe, uno strumento allegro caccerà via la metafora e con un guizzo d'ingegno la parola oltrepasserà le sbarre. Il linguaggio disarmato non può che giungere più vicino alla cosa detta, e nel libro di Giulio Laurenti, le cose vogliono una parte di esistenza concreta, leggera, non grave; qui il massimo artificio diventa motto di spirito gioco di parole, una continua sottrazione di peso, una definitiva messa a bando dell'eloquenza. "Compiere il miracolo di camminare sulle acque alla fine non ci tiene con i piedi per terra", ecco, tenere i piedi della poesia sulla terra, è qui che conta stare, qui conta il fare, qui, nell'orizzonte delle cose umane.