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Antonio Tabucchi è stato uno di quegli autori che, oltre a scrivere grandi romanzi e racconti, hanno saputo raccontare la scrittura. Il mistero "Dietro l'arazzo": l'officina fatta di ispirazione e di tecnica, di slanci e di ripensamenti, di intuizioni e di errori in cui si produce un'opera d'arte. In questo piccolo e prezioso libro in forma di dialogo, Tabucchi esplora con precisione, sospeso fra ironia e malinconia, il terreno su cui nascono le parole e diventano poesia, racconto, romanzo. Quanto è legato ciò che scriviamo a ciò che siamo? La vita e la letteratura sono sullo stesso piano? E che cosa significa "raccontare la vita"? Le risposte - come sempre in Tabucchi - si affollano di ulteriori domande. Lo scrittore interroga sé stesso e chiede lumi agli autori e alle opere amate: da Pessoa a Rilke a Conrad, dai miti classici al cinema di Fellini e di Kubrick; chiama in causa la filosofia e la psicanalisi, la biologia e l'economia. Tutto alla ricerca del senso più profondo del fare letteratura, che è anche quello più nascosto: "Quello che mi interessava - dice Tabucchi - non era guardare le figure dell'arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto". Arrivare, insomma, a vedere e capire il "rovescio".