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Agile, con un linguaggio diretto e senza veli, che a volte è perfino spinto, Dante Maffia affronta, in questo romanzo breve ma intenso e pregnante, un tema che oggi è sulla bocca di tutti con grande scandalo dei perbenisti e delle donne italiane che, o per gelosia o per altri motivi, se la prendono con le straniere che hanno invaso l'Italia inserendosi in posti di lavori prestigiosi e non, come ospedali, aziende, supermercati, banche, bar, pub, cinema e teatro. Le badanti sono in maggioranza, ma in questo libro irriverente, e per molti aspetti paradossale, Maffia prende in considerazione ragazze di ottime famiglie, e con responsabilità importanti di lavoro, e le coinvolge in una sorta di esperienza teatrale che le vede protagoniste di una buffa commedia di scopate esilaranti e mai grottesche, però sempre intensamente erotiche, per permettere a un gruppo di buontemponi coetanei della migliore borghesia romana, di valutare la loro bravura e stabilire chi deve essere incoronata la Regina delle puttane. Ciò determinerà la vittoria delle italiane o delle straniere e così il luogo comune "Gli italiani preferiscono le straniere" subirà scacco matto o trionferà. Il problema tuttavia è soprattutto dell'io narrante, di Alberto, che a tratti mostra di avere qualche distorsione psichica. Il finale è un fuoco d'artificio imprevedibile che illumina di una luce sinistra uomini e cose rimettendo a posto le coordinate di mondi diversi tra loro ma uniti dal vincolo di umanità.