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C'è una guerra che dura ininterrotta dentro il nostro corpo. Fu innescata insieme alla nostra vita, patita prima ancora di poter dire "io". Di questa estraneità a se stessi parlano le Carte sanitarie di Letizia Leone, le quali, al franare dei muscoli, tendini e vasi sanguigni, oppongono una "melodia farmaceutica" fatta di versi piani, di giunzioni accorte, di cadenze sicure. Ne viene fuori una poesia che si misura sul dolore, lo spasmo, sul discorso interminabile degli organi che vorrebbero disperatamente separarsi gli uni dagli altri per tornare a quegli astri da cui sentono di provenire. La medicina alternativa proposta da Leone torna così ad annodare i fili del cosmo, quello piccolo e quello grande, per ritrovare il posto di tutte le cose nella comune politeia della natura.