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4 settembre 1926. Quattro bambini, Uno, Enea, Chiara e Buonarroti, fuori dalle mura di un paesino arroccato su una collina, decidono di costruire un piccolo giardino: alcuni cespugli di rovi a delimitarlo, i gelsomini, un giovane albero d'ulivo nel mezzo. E così, lontani dalla sonnolenta realtà in cui si trovano a vivere, i quattro possono creare in piena libertà il loro mondo. Passano gli anni, i quattro crescono e, intorno, le cose iniziano a cambiare. Cambiano fino a sconvolgere le loro esistenze. Non è semplicemente l'ascesa del fascismo. Né, più tardi, l'ingresso dell'Italia nella nuova guerra mondiale, con la chiamata alle armi, la resa dell'otto settembre, la disgregazione sociale e la confusione ideologica di un Paese sull'orlo della guerra civile. Quello che sta cambiando è qualcosa di più profondo: il mondo, con la sua realtà, è entrato nelle loro vite. Li ha strappati dal giardino, luogo povero di cose e ricco di meraviglie in cui gelosamente erano stati custoditi i tesori più importanti: i primi desideri della loro vita, desideri dimenticati in un angolo della mente, ma mai scomparsi.