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"... la poesia di Loretta Sebastianelli si cimenta in un circo a tre piste, su cui fa correre cavalli, elefanti e tigri. Non usa solo il verso libero, prova i giochi di assonanze, paronomasie e ossimori, e rubando il mestiere ai musicisti del passato che introducevano improvvisamente colpi di piatti dove l'armonia non li chiedeva per svegliare il pubblico, chiude o apre il suo versificare con improvvisi cambiamenti di rotta che riprendono l'attenzione del lettore, che forse è stato attratto da altro." (Patrizia Cimini)