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Le 338 lettere dell'epistolario consentono di ripercorrere la biografia di Giuseppe Montani (1786-1833), che fu storico collaboratore dell'«Antologia Vieusseux» tanto da essere definito da Niccolò Tommaseo "l'anima del periodico". Povere sostanzialmente di avvenimenti esterni e di dati eclatanti, esse sono tuttavia una preziosa testimonianza sull'attività del maggior critico letterario del decennio 1821-1831. L'indole acutamente riflessiva della scrittura trova nella dimensione della tessera epistolare il luogo per esporre liberamente la propria visione del mondo, degli uomini e della cultura. La vasta erudizione di Montani, e la sua curiosità filosofica, sostengono una visione nuova, marcata dal senso dell'utilità sociale che è necessario per un uomo di lettere.