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Il Tempo spaginato di Contiliano è il nostro. Spaginato come un fascicolo caduto a terra o sollevato dal vento, i cui fogli si siano irrimediabilmente mescolati. È il tempo frenetico e confuso della post-modernità, in cui la profondità storica sembra essersi definitivamente appiattita in una sorta di eterno presente. La poesia di Contiliano si ribella a questo tempo con le armi dell'utopia. Le parole vengono reinventate attraverso un dettato poetico che le "mastica" per strapparle alla banalità, per scavarle in tutto il loro potenziale. Utopia come impulso alla libertà, accusa ai luoghi comuni, in particolare quelli della propaganda di guerra. Poesia pacifista ma di conflitto, nella sua "guerra alla guerra", per avvicinarsi di nuovo al livello umano imprescindibile, quello elementare e comune. Da allegoria della crisi lo "spaginamento" diventa allora simbolo positivo, caos vitale e liberante. È il disordine produttivo, che salva l'istante dall'invadenza del "sistema", facendo del verso una somma di frammenti, costellazioni verbali di parole dense di significato. Con un'antologia critica e un saggio introduttivo di Francesco Muzzioli, La doppia utopia di Contiliano.